PERCORSI SCOLASTICI E SVILUPPO PROFESSIONALE, I DATI DEL SONDAGGIO SWG

Sondaggio curato da SWG per Gilda degli Insegnanti su percorsi scolastici e sviluppo professionale, 7 insegnanti su 10 si ritengono contrari alla riduzione del percorso da 5 a 4 anni. Per 2 su 5 ITS valida alternativa all’Università.

12 Febbraio 2024

La riduzione del percorso di istruzione superiore da 5 a 4 anni, recentemente oggetto di discussione parlamentare, è stata anche al centro del sondaggio condotto da SWG per Gilda Insegnanti. Il campione preso in esame si ritiene per la maggior parte contrario, il 71%, a fronte di un 23% favorevole ad un’ipotesi di superiori ‘brevi’.

Nello specifico, le differenze si evidenziano se a rispondere sono i docenti degli istituti tecnici/professionali o i docenti di liceo. Infatti per quest’ultimi il rischio è legato soprattutto ad un tema di maturità e ridurre il percorso di studi rappresenta una riduzione del livello di consapevolezza e maturità generale in uscita. D’altra parte, i tecnici sottolineano come una riduzione degli anni scolastici porti anche ad una riduzione del tempo, prezioso per approfondire e sviluppare competenze avanzate.

Sulla Riforma dei Tecnici - afferma Rino Di Meglio - e in particolare sulla riduzione del percorso scolastico, credo ci sia da fare una riflessione in quanto andrebbe ad impattare non solo sulla riduzione dell’organico ma anche sulla qualità dell’insegnamento. Noi ci batteremo perché si corregga la rotta”.

Altro tema rilevato dal sondaggio riguarda gli Istituti Tecnici di scuola secondaria e gli Istituti professionali. Al campione esaminato è stato chiesto quali aspetti, nel caso in cui ce ne fossero, andrebbero migliorati.

Secondo i dati riportati dal sondaggio, la maggior parte dei docenti ritiene, tra le altre cose, che per gli Istituti Tecnici sia fondamentale un miglioramento delle dotazioni tecniche e tecnologiche dei laboratori, insieme ad un incremento di percorsi specializzati in settori emergenti e tecnologicamente avanzati. Per rendere gli Istituti Tecnici più appetibili al mondo del lavoro, secondo gli insegnanti sarebbe utile anche lo sviluppo di competenze più pratiche e specifiche, il potenziamento delle partnership con le imprese e più collaborazioni con gli enti di certificazione, a garanzia delle competenze acquisite.

Tra i punti qualificanti del PNRR per l’Istruzione, rientra la riforma del sistema di istruzione tecnica superiore (ITS), un’azione strategica per rendere la formazione terziaria più attrattiva per i giovani e per arricchire l’offerta anche in risposta alle esigenze del comparto produttivo dei territori e delle prospettive del mondo del lavoro.

Come sono considerati nel panorama italiano dell’Istruzione e della Formazione, vista l’evoluzione del mercato del lavoro, i percorsi tecnico-professionalizzanti post diploma ITS Academy? E’ la domanda rivolta al campione di 600 insegnanti che per il 47% la ritiene una proposta utile e valida rispetto a quello che già c’era e da portare avanti. Mentre è considerata una proposta inutile, poco valida e da abbandonare per il 21%. Il 32% non si è espresso.

Il sondaggio ha poi concentrato l’analisi sulla funzione alternativa degli ITS rispetto ad un percorso universitario triennale e per 2 insegnanti su 5 c’è un’apertura positiva. Il 42%, ancor più tra i docenti di scuola secondaria di II grado appartenente ad istituti tecnici-professionali (52%), si ritiene assolutamente d’accordo. Per il 33% sostituire un percorso universitario con un ITS Academy non rappresenta una soluzione valida.

 

NOTA METODOLOGICA

L’indagine quantitativa ha somministrato il questionario ad un campione estratto casualmente a partire da uno più ampio, stratificato di soggetti maggiorenni residenti in Italia, con quote per genere, fascia d’età e macro-area di residenza. I metodi utilizzati per l’individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici. I dati riferiti alle 600 interviste ad insegnanti, sono stati in seguito ponderati per genere, età, zona e tipologia di scuola secondo i più recenti dati forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (2023), al fine di garantirne la rappresentatività per gli stessi parametri rispetto alla popolazione di riferimento.


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